LA NAVATA CENTRALE

L’interno è a tre navate, sperata da massicci pilastri a stucco, ornati con lesene e dei piedistalli rivestiti di marmo grigio. I pilastri hanno sostituito (o ricoperto, n.d.r.), probabilmente nel rifacimento del XIX secolo, le colonne marmoree originali, delle quali si conservano alcuni esemplari all’interno e all’esterno della chiesa. Le navate sono coperte con volte a vela, scandite da sottarchi, e tutte rivestite di stucco bianco; sono certamente di impianto posteriore alla nave centrale, come è dimostrato dal fatto che iltetto della loro copertura occlude parzialmente i finestroni lucifori della predetta navata centrale.

Questa è coperta dal bel soffitto a cassettoni, di cui si è fatto cenno in precedenza, e che costituisce certamente la struttura più antica della Collegiata, se si eccettua naturalmente la Cripta. Notevole è l’effetto decorativo creato dall’armonia dei colori dei quadroni: dall’oro delle cornici e dei fregi, al bianco e al verde cromo dei fondali. Al centro del soffitto è inserita una Madonna con Bambino, in rilievo, di legno finemente dorato, in campo azzurro tempestato di stelle d’oro. Ai quattro angoli del soffitto è riprodotto, quattro volte, lo stemma della famiglia del donatore, i De Ponte, rappresentato da un ponte a due arcate su cui poggiano due torri cilindriche svasate alla base.

Il transetto ( la navata trasversale, nelle chiese a croce latina, che rappresenta il braccio minore della croce,n.d.r.) è sormontato da una maestosa cupola emisferica - ultimata nel 1863 - il cui intradosso (la parte concava interna, n.d.r.) è solcato da una maglia di ottagoni intervallati da piccoli rombi.L’estradosso (la parte convessa esterna, n.d.r.) della cupola è rivestito da embrici maiolicati, gialli e verdi, con armonici motivi a losanghe (sinonimo di rombo, n.d.r.) concentriche, ed è attraversato da costoloni di ceramica scura, orientati nel senso dei meridiani. La piastrellatura è opera di artisti vietresi della seconda metà dell’Ottocento. Al sommo della cupola si erge la lanterna cilindrica con ampie finestre, sormontata a sua volta da una cupoletta, anch’essa rivestita da embrici, a fasce gialle e verdi. Il presbiterio, con stalli per il coro, è fiancheggiato da due ampie cappelle della quali sarà detto in seguito. L’area del transetto e del presbiterio rivela una certa ricercata compiacenza all’imitazione della corrispondente zona del S. Pietro in Roma.Fra la testata della navata centrale e il transetto si erge un alto e profondo arco trionfale, rivestito di stucco bianco. Alle pareti laterali della navata centrale, al livello dei finestroni lucifori, e quindi a considerevole altezza dal pavimento, sono attaccati sei dipinti ad olio - tre per ciascun lato - di notevoli dimensioni, ma, a cagione della loro inaccessibile collocazione, non si possono esaminare né osservare con proficua attenzione. Dal centro della navata sinistra si accede alla sagrestia monumentale, che si sviluppa su pianta a croce greca, illuminata da ampie finestre che si affacciano sul golfo a guisa di belvedere; ad essa sottoposta trovasi la cripta che vanta una pregevole pavimentazione a piastrelle di maiolica figurata. Nella cripta sono conservati i resti di S. Clemente, soldato.

Fra l’immenso candore degli stucchi che rivestono i pilastri, le volte e le pareti, risalta nel fondo l’altare maggiore di marmo rosso. Il catino dell’abside è solcato all’intradosso da una maglia di esagoni, mentre all’estradosso ha un rivestimento di piastrelle analoghe a quelle della cupola.


 

LE NAVATE LATERALI

Per la descrizione delle navate laterali, si può partire dall’ingresso della navata destra facendo un rapido cenno a quattro dipinti ex-voto, che illustrano episodi di interventi miracolosi della Madonna in naufragi : due sono di autori ignoti, uno di R. D’Amato (1857 - 1921) l’altro di Angelo Della Mura (1867 - 1922). Viene poi un altare di marmo bianco decorato con un listello a greca, di marmo nero: alla parete vi è una grande pala di autore ignoto che ritrae la Madonna della Salette; segue un altare di marmo intarsiato, con pala di autore ignoto raffigurante Gesù gravato dalla croce, confortato dalla Veronica; indi una maestosa porta di legno lucido checonserva la sacra immagine dell’Assunta; segue altro altare di marmo intarsiato con quadro della Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena; viene quindi l’altare che ha nel basamento lo stemma della famiglia “de Mediocapite” (Mezzacapo): scudo ovale (circondato da una stella a otto punte), che nella metà inferiore è attraversato da tre bande diagonali scure, mentre nella metà superiore campeggia il busto di un moro con la testa seminascosta da una larga benda; al sommo dell’altare una pala della Madonna dell’Avvocata.

Nell’ultima partizione, adiacente al transetto, è murata una lapide commemorativa di data recente (1973), con due colonne e un capitello corinzio, forse avanzi originali della chiesa romanica duecentesca. Passando alla navata sinistra, sempre a partire dall’ingresso, si nota un vano protetto da un cancello in ferro, nel quale è custodito un fonte battesimale che deve risalire quasi certamente ai primordi della edificazione dell’antichissima chiesa dedicata all’arcangelo Michele. 

Il fonte è di pietra scura levigata, simile al granito, con figura in bassorilievo, ed è sormontato da un’altra cupola di legno di epoca posteriore. Segue poi un altare marmoreo con pala di Capone figlio - così firmava le proprie opere il futuro Cav. Gaetano Capone, finché il padre Luigi, anch’egli pittore, era vivo - raffigurante Madonna con i santi Giacomo e Giovanni, datata 1873; indi altare di marmo intarsiato con pala dell’Annunciazione e con la parte superiore incorniciata da una lunetta pure dipinta, di autore ignoto ma di discreta fattura. Segue l’ingresso della sagrestia monumentale. Ed ecco un altare di marmo intarsiato con un quadro eseguito da Capone nel 1900, con la dicitura “Proprietà F.lli D’Amato fu Angelo Antonio”. Il soggetto del quadro è l’Annunciazione. Segue altare di marmo intarsiato ed altro quadro di Capone figlio datato 1873, che è una riproduzione di una pregevole tela di Andrea Sabatino da Salerno (1485 - 1530) il cui originale si trova presso la Badia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni. Nel comparto adiacente al transetto si ha una sistemazione analoga a quella corrispondente della navata destra: una lapide commemorativa di data recente che ricorda i fratelli Cammarota, eminenti prelati, fiancheggiata da due colonne originali e da un capitello di squisita fattura.

Ai due capi del transetto si innalzano di fronte, due altari con colonne di stucco rosa: quello di destra è ornato con una tela raffigurante la Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica di autore ignoto; quella di sinistra con un Crocifisso di cartone pressato, dipinto. A completamento della descrizione delle navate, diremo che, non lontano dall’ingresso e addossato ai piedritti dei primi pilastri degli archi, una per ciascun lato della navata centrale, vi sono due acquasantiere di marmo levigato e finemente lavorate, con piccole figure a rilievo.

In fondo alle navate laterali, adiacenti al presbiterio, si aprono due ampie cappelle: a sinistra quella del SS. Sacramento o dell’Eucaristia, a destra quella della “Fuga in Egitto”, meglio nota come cappella del “Cerasiello”, e vedremo il perché di questa denominazione. Entrambe furono pavimentate a devozione dei fratelli Ferrigno fu Liberato, come si rileva dalle piastre marmoree infisse nella soglia delle cappelle, e che recano la data del 1866.