J.S. Bach
SUITE POUR LUTH
Trascrite pour CLAVECIN PAR M. Antonio Tirabassi D'après le manuscrit autographe conservé à la Bibliothèque Royale de Belgique. Avec PRÉFACE de M. Eugène Bacha Conservateur du Cabinet des Manuscrits à la Bibliothèque Royale de Belgique. Fernand LAUWERYNS, Éditeur 38, Rue du Treurenberg, BRUXELLES. 1912 Una Suite per Liuto di J.S. Bach |
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Durante le sue ricerche alla Biblioteca Reale del Belgio, nella sezione di
musica antica inedita, il signor Antonio Tirabassi (1) ha
trovato, tra i manoscritti del "Fond Fétis"
(2), una composizione inedita di J.S. Bach ed
oggi la presenta al pubblico.
A prima vista egli credette che l'annotazione del Catalogo Fétis, che attribuisce questa Suite per Liuto al
"Kantor" di Eisenach (3), era erronea
e che l'opera fosse apocrifa, stimando impossibile che una composizione
autentica di J.S. Bach fosse potuta sfuggire all'attenzione degli eruditi
della Bach-Gesellschaft, che hanno riunito in una accurata edizione tutta
l'opera del Maestro (4). Il catalogo della Biblioteca Fétis era apparso nel 1877; l'ultimo volume delle Johann Sebastian Bach's Werke recava la data
1896. L'esame del manoscritto mostrò al signor Tirabassi che l'opera
ammirevole che aveva sotto gli occhi era proprio una composizione di Bach
rimasta inedita, così come la purezza del suo stile l'aveva rivelata al suo
gusto di musicista scrupoloso.
All'inizio delle sue investigazioni egli fu frenato da una prima
difficoltà: fra le composizioni per violoncello pubblicate dalla
Bach-Gesellschaft scoprì un pezzo che sembrava essere identico alla Suite
per Liuto che eccitava al massimo la sua curiosità. Già non si illuse più
di aver messo le mani su di una composizione sconosciuta fin quando, con
sua grande soddisfazione, constatò che questa V Suite per Violoncello
(5),
versione prima o trascrizione dell'opera rimasta fin qui nell'oblio, non si
raccomandava meno di quella, per la sua bellezza musicale, all'attenzione
degli artisti. La V Suite per Violoncello ci è stata conservata in un
manoscritto di pugno di Anna Magdalena, la seconda moglie di Johann
Sebastian (6). Se la Suite per Liuto in sol minore, conservata alla
Biblioteca Reale del Belgio, era una opera autentica, la V Suite per
Violoncello, meno lavorata, non meritava più la stessa attenzione. Questa
avrebbe dovuto cedere il posto a quella nel catalogo delle opere di Bach.
Tuttavia, prima di poter affermare definitivamente l'autenticità della
Suite per Liuto, era necessario risolvere una seconda difficoltà.
Si è pubblicato sotto il nome di Bach due composizioni per liuto
(7) senza
sapere se sono state realmente scritte per questo strumento. Gli editori le
hanno presentate come tali con riserva. Nè i loro titoli nè la loro fattura
permettono di attribuire con certezza questa destinazione. Bach forse non
ha mai scritto per liuto (8). Da quel
momento, si sarebbe potuto pensare
che la composizione conservata alla Biblioteca Reale poteva non essere
altro che un "pasticcio" e che non meritava alcuna attenzione, soprattutto
se si osserva che il pezzo è scritto su una scala tonale che è di molto più
estesa di quella del liuto ordinario.
Per poter essere attribuita a J.S. Bach, la Suite per Liuto doveva,
innanzitutto, essere eseguibile su uno strumento dell'epoca e, a prima
vista, ciò non sembrava possibile.
I dubbi del signor Tirabassi sono svaniti con la scoperta dei seguenti fatti.
L'opera che ci occupa è stata scritta dalla mano di J.S. Bach. Se si
compara la notazione agli "specimen" di scrittura di Bach, che la
Bach-Gesellschaft ha riprodotto in ordine cronologico, si constata che la
Suite per Liuto è stata scritta fra il 1720 e il 1722 (9),
precisamente nel
periodo in cui Bach si trovava a Cöthen, dove compose prevalentemente
musica da camera (10).
L'opera è intitolata Suite pour la Luth, à Monsieur Schouster, par J.S.
Bach (11). La dedica, il titolo e tutte le indicazioni sono redatte in
francese, seguendo la moda del tempo. Bach ha scritto "alla francese" lo
stesso nome di Schuster, del quale non si trova alcuna informazione. Si sa
solo che uno Schuster musicista abitava a Dresda, e che il ritratto di
questo Schuster è stato inventariato alla successione di Carl Philippe
Emmanuel Bach (12).
La Suite per Liuto del Fond Fetis è probabilmente la sola opera che Bach
abbia mai scritto per questo strumento. Essa è, a dire il vero,
ineseguibile su un liuto a sei corde, per il semplice motivo che essa fu
composta per liuto tenore con più di tre ottave, tale era quello esistente all'epoca di Bach. Il Conservatorio di Bruxelles possiede nella sua
ammirabile collezione di strumenti antichi un liuto tenore costruito nel
1716 da Jean-Christian Hoffmann, colui il quale costruì nel 1720 - seguendo
le indicazioni di Bach, si suppone - anche la Viola pomposa della stessa
collezione (13).
J.S. Bach ha scritto la sua Suite per Liuto in notazione corrente, e non in
intavolatura, vale a dire in scrittura cifrata; è noto che il musicista non
è mai ricorso all'intavolatura per annotare le sue composizioni.
Il signor Tirabassi ha pubblicato la Suite per Liuto di J.S. Bach,
ispirandosi, per la redazione del testo, a tutto il rispetto che deve
imporre ad un vero musicista l'opera di un così grande maestro. Il
manoscritto di Bach è scritto in chiave di fa e in chiave di do quarto
rigo. Il signor Tirabassi lo ha trasportato all'ottava superiore, affinchè
la composizione, eseguita sul clavicembalo, non resti costantemente nel
registro grave.
Bach non ha indicato con dei segni convenzionali le sfumature
d'interpretazione. Il signor Tirabassi ha creduto di far bene annotando il
forte e il piano dove questi si impongono. Egli ha inoltre impiegato i
segni crescendo e diminuendo. Tuttavia, l'esecutore deve osservare che per
interpretare questa Suite per Liuto alla maniera antica, deve semplicemente
animare o attenuare la potenza del suo suonare quando i segni crescendo e
diminuendo passano sotto i suoi occhi (14).
EUGÈNE BACHA.
NOTE:
(1) Il signor Tirabassi ha attirato su di sè l'attenzione del pubblico
belga con l'organizzazione di concerti storici che hanno ottenuto un gran
successo.
(2) Ms. II 4085, della Biblioteca Reale del Belgio, oppure N° 2910 del
Catalogue de le Bibliothèque de F.J. Fétis, Bruxelles, Murquardt, 1877.
(3) L'opera è così inventariata nel Catalogue de le Bibliothèque de F.J.
Fétis, n° 2910: Pièces pour la luth, à Monsieur Schouster, par J.B. (sic)
Bach. Ms. original, 1 vol. in-fol. Ouvrage de la plus grande beauté dans
lequel se retrouve toute l'originalité du génie de Bach.
(4) Johann Sebastian Bach's Werke. Herausgegeben von der
Bach-Gesellschaft,
in Leipzig. Il primo volume è apparso nel 1851; l'ultimo nel 1896.
(5) Pubblicata in Joh. Seb. Bach's Werke. 27º anno, pag. 81.
(6) V. Ibidem, pp. XXX e XXXIV.
(7) Joh. Seb. Bach's Werke. 45º anno, pp. 149 e 156.
(8) Il catalogo della casa editrice Breitkopf et Härtel del
1760, pag. 56 (Verzeichniss Musicalischer Bücher sowohl zu Theorie als Praxis, etc.,
welche bey J.G.S. Breitkopf, in Leipzig, zu bekommen sind, ap. Catalogue de
le Bibliothèque Fétis, n° 5198) menziona tre pezzi di J.S. Bach per liuto,
e il catalogo di vendita Breitkopf et Härtel del 1836, pag. 59 (Verzeichniss geschriebener und gedrukter Musicalien aller Gattungen welche
am 1 juni 1836 und folgenden Tagen von Breitkopf et Härtel verkauft werden
sollen, ap. Catalogue de le Bibliothèque Fétis, n° 5199) menziona anche,
con il n° 1441, tre quaderni di preludi per liuto di J.S. Bach. Fétis ha
scritto nella Gazette Musicale, t. XX, pag. 117, che aveva acquistato a
peso d'oro qualche manoscritto originale ed importante di J.S. Bach alla
vendita dell'assortimento antico della casa Breitkopf et Härtel del 1836.
E' da questa vendita che proviene, senza dubbio, la Suite per Liuto che ci
occupa.
(9) Cfr. Joh. Seb. Bach's Werke. 24º anno, pp. 13-16.
(10) L'inventario degli strumenti musicali che J.S. Bach possedeva a Cöthen
menziona un liuto. Cfr. Bach Jahrbuch, 1905, pag. 39.
(11) Il liuto, in lingua tedesca, si dice die Laute, parola di genere femminile.
(12) Cfr. Verzeichniss der Musicalischen Nachlasses des Verstobenen
Capellmeister Carl Philipp Emmanuel Bach, pag. 121.
(13) Cfr. V.C. Mahillon, Catalogue descriptif et analytique du Musée
Instrumental du Conservatoire Royal de Musique de Bruxelles. t. III, p.
139, n° 1559 e p. 63, n° 1445.
(14) Questa prefazione era scritta quando ebbi notizia di un articolo di W.
Tappert intitolato Sebastian's Bach Compositionen für die Laute,
pubblicato dal Redenten Kunsten, V° anno, libri 36-40. W. Tappert vi
attesta la perfetta autenticità della Suite per Liuto del Fond Fétis.